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Gennaio del 1895, pochi mesi prima che i fratelli Lumière diano vita a quello che convenzionalmente chiamiamo Cinema, nel cortile dell'École Militaire di Parigi, Georges Picquart, un ufficiale dell'esercito francese, presenzia alla pubblica condanna e all'umiliante degradazione inflitta ad Alfred Dreyfus, un capitano alsaziano ebreo, accusato di essere stato un informatore dei nemici tedeschi. Al disonore segue l'esilio sull'isola del Diavolo, nella Guyana francese. Il caso sembra archiviato, ma Dreyfus è davvero colpevole?

Il caso Dreyfus è uno dei più grandi scandali giudiziari agli anizi del XX secolo, che ha diviso la Francia per più di dieci anni tra chi lo riteneva colpevole e chi lo reputava innocente. Lo scrittore Émile Zola prese le difese del giovane capitano nell'articolo J'accuse, apparso su L'Aurore, dove accusava la Terza Repubblica francese di antisemitismo. Il film di Roman Polanski racconta la vera storia di un evento che sconvolse e divise la Francia della Belle Epoque in dreyfusard e antidreyfusard.