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TEATRO E CABARET

TEATROTEATRO E CABARET

AMORE POLENTA E BACALA'

Sabato 7 aprile 2018, ore 21:00
(evento non prenotabile: è scaduto il termine per le prenotazioni)

Compagnia Teatrale Astichello di Monticello C. Otto presenta:

AMORE POLENTA E BACALA'

2 Tempi di
Donnisio Dal Montecio, Danilo Dal Maso, Antonio Stefani.
Regia di ALVIN

Fu davanti ad un piatto di polenta e baccalà, architettato da Danilo Dal Maso per una pattuglia di amici, che prese corpo l'idea dell'Astichello, con le finalità concordate di indirizzare la comune passione per il teatro alla valorizzazione, alla difesa e comunque al rispetto per le nostre tradizioni, la nostra lingua, la nostra terra. Va detto che in quel gruppetto c'erano alcune persone di Monticello Conte Otto (VI) accomunate da una condivisa attenzione verso il mondo della scuola e della cultura, avendo curato come Comitato Genitori e componenti della Biblioteca Civica iniziative teatrali ad uso degli studenti del posto. Non ci fu alcun dubbio di privilegiare la lingua veneta: non come motivo di chiusura nei confronti di altre culture, bensì come desiderio di far conoscere anche ai "foresti" chi siamo, come siamo e come parliamo. Era arrivata l'estate del 1991e ventuno persone risposero all'appello diffuso con volantini sparsi per Monticello: in un'assemblea a Vigardolo si iniziò l'incamminamento che sfociò, dopo un settembre ed un ottobre fitti di riunioni e consultazioni, nell'approvazione dello statuto il 28 ottobre, con la sottoscrizione di Danilo Dal Maso, Domenico Lonedo, Gianni Fantin e Gianfranco Sinico nella sala da pranzo di Danilo Dal Maso in Via Fratelli Vianello Moro n. 13 di Monticello Conte Otto. Dieci giorni dopo, nell'atrio della scuola elementare di Monticello si effettuava la prima lettura del copione predisposto dal regista Pino Costalunga: Sogno.

Nel frattempo si era scelto come emblema della Compagnia il bozzetto di Galliano Rosset, che tuttora caratterizza il sodalizio: un gatto che muove con ambo le zampe anteriori due marionette all'interno di un teatrino, compendio di Vicenza e Teatro, le due anime dell'Astichello, nome scelto a maggioranza in quei giorni. A dire il vero, in un primo tempo la denominazione era stata "El moraro": pare che un tempo, sotto le fronde di un grande albero, si raccogliesse in piazza la gente di Monticello per scambi di opinioni, confidenze, assemblee, annunci, ecc.. Appurato che non si trattava di un gelso, bensì di un tiglio, la scelta del nome cadde su "Astichello" (ma si erano valutati anche "Compagnia del Cànevo" e "La Risara"): Astichello, come il fiume che attraversa il territorio di Monticello Conte Otto; Astichello, come la raccolta di sonetti del coraggioso e patriottico Don Giacomo Zanella, nativo di Chiampo, ma, ormai vecchio, sereno e lucido poeta nella sua casa di Cavazzale, in riva al fiume. Mentre si arrivava a gennaio 1992 per votare il primo Direttivo (alla Presidenza un voto unanime per Danilo Dal Maso), proseguivano, seppur a rilento, le prove del Sogno, ispirato ad una commedia di Shakespeare. C'era però da fare i conti con gli impegni di lavoro del regista Costalunga, chiamato altrove da proposte professionali, e con l'inesperienza degli attori, la maggior parte dei quali non aveva alle spalle alcuna pratica teatrale. Se il lavoro procedeva a strappi e l'esordio non si annunciava all'orizzonte, tuttavia il gruppo si potenziava e si amalgamava, grazie anche ad alcune iniziative culturali curate in compagnia, come le visite guidate da Galliano Rosset al Teatro Olimpico, a Villa Lonedo e all'Eremo di San Cassiano. Si arrivò così alla fine di ottobre 1992, quando dalla direzione del Molin Vecio (evidentemente sito significativo per le sorti della Compagnia) giunse la proposta di mettere in piedi un breve intermezzo per animare la serata gastronomica a base di maiale in programma il giorno di Santa Caterina. Danilo Dal Maso abbozzò un canovaccio, ispirato ad una sorta di processo al porco, mettendo in competizione paladini e avversari della bestia e dei significati che essa rappresenta e affidando ad ogni attore l'incarico di scriversi la parte. Il 25 novembre 1992, al Molin Vecio di Caldogno andò in scena la prima nazionale di questo quadro, sotto il titolo Processo al mas'cio. La calda accoglienza del pubblico e alcune repliche richieste al Molin Vecio stesso ed in altri locali, suggerirono di prendere al volo l'occasione: non trascorse l'inverno che Danilo trovò nel suo bagaglio di reminiscenze e di arguzie un secondo atto, che consentì nella primavera del 1993 di esordire con successo nell'aula magna della scuola media di Cavazzale con la commedia El mas'cio: processo, morte e resuression, che tanta fortuna e notorietà avrebbe poi portato all'Astichello.

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Prenotazioni con pagamento on-line mediante Paypal o Satispay
Biglietto intero: 9.00 €
Biglietto ridotto per ragazzi fino ai 14 anni/soci Sala: 7.00 €
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Biglietto ridotto per ragazzi fino ai 14 anni/soci Sala: 7.00 €
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